giovedì 11 giugno 2009

Vasi Curiosi: Yin Qiao Mai - Introduzione

Successivamente alla formazione dei primi quattro meridiani straordinari detti di "prima generazione" (Ren, Du, Chong e Dai) si sviluppano i meridiani di "seconda generazione" ossia i Wei e i Qiao (pronuncia "Ciao") che in un certo senso possono essere visti come un predisporre l’individuo che si sta formando a vivere in un ambiente costituito da successione di unità temporali, da spazio, da altri individui con cui confrontarsi.

Quindi sia i Qiao che i Wei sono meridiani che hanno funzioni di “collegamento”, di “sincronizzazione” delle funzioni vitali e di “adattamento” dell’organismo all’ambiente spazio-temporale in cui si trova a vivere.

In particolare i Qiao sono maggiormente deputati alla sincronizzazione interna dei ritmi e alla percezione “soggettiva” di sé e del mondo esterno, mentre i Wei alla strutturazione spaziale dell’organismo e all’adattamento all’ambiente esterno.

Se il processo di "prima generazione" attiene all'ingresso dello Shen originario (Yuanshen) nel Jing, la "seconda generazione" concerne l'incarnazione nel senso letterale del termine, ossia la connessione fra Jingshen (spirito, intelletto, forza, vitalità) e le “intelligenze corporee”.

I due meridiani Qiao, si inerpicano dai talloni lungo le gambe (strutture flessibili e in movimento) e raggiungono gli occhi, dando all’organismo la capacità di vedere, muoversi, sollevarsi e spostarsi lateralmente (guidano i movimenti di abduzione e adduzione delle cosce).

Yinqiaomai è l’accoppiato di Renmai che accoglie la discesa dello Shen nel Jing e struttura assieme al Dumai l’individuo.

Yangqiaomai è l’accoppiato di Dumai che invece rappresenta l’ergersi con sicurezza e con solidità, l’elevarsi lungo l’impalcatura salda e rigida della colonna vertebrale e del cranio.

Yinqiaomai e Yangqiaomai quindi rispondono alla discesa dello Shen nel Jing (rappresentata dalla prima generazione che si esprime in questo caso attraverso Renmai e Dumai, discesa del Cielo nella Terra) con un movimento opposto di risalita dalla Terra verso il Cielo e questa risalita è flessuosa, rappresentando l’adattabilità alla vita e la fragilità dell’organismo.

Dal punto di vista dell’evoluzione dell’individuo l’alzarsi in piedi si correla alla crescita, allo svezzamento, allo sviluppo di autonomia individuale e alla curiosità: il bambino che si mette in piedi esplora il mondo, si stacca dalla madre, si assume (seppure istintivamente e incoscientemente) la responsabilità dell’andare per proprio conto.

A sottolineare questo aspetto uno dei meridiani Qiao è accoppiato con Renmai che è il meridiano dell’assunzione della responsabilità e l’altro con Dumai che è il meridiano della verticalità, cioè della relazione col Cielo e di tutto ciò che è rappresenta la peculiarità umana di essere “verticale” (sia anatomicamente che psicologicamente che moralmente).

Nel loro insieme dunque i Qiaomai esprimerebbero l’affermazione della coscienza umana dell'individuo, porta d'accesso alla coscienza anche intesa in senso morale e quindi espressione della consapevolezza dell'adesione o del tradimento del mandato del Cielo nella propria vita.

I Qiao sono l'incarnazione nella terra e lo svolgimento nella vita terrena del progetto individuale iniziale affidato al singolo dall'unione tra Cielo e terra che genera l'uomo.

In questo senso alzarsi in piedi può connotarsi come espressione della dignità di uomo nell'indirizzarsi dalla terra al cielo oppure come l'arroganza dell'ergersi. Come l'ideogramma suggerisce, il modo naturale di crescere è alzarsi in modo flessibile cioè elevarsi restando umili, ricostruendo così il “ponte” fra terra e cielo, fra Jing e Shen.

L'uomo virtuoso porta a termine il suo "mandato celeste" vivendo tutti gli anni che gli sono stati assegnati; il curvarsi del corpo in vecchiaia prefigura il momento del ritorno ad una dimensione immateriale.

Come si legge nel testo di Mollard e Maiola sull’embriologia energetica, nell’embrione il tragitto dei Qiaomai inizia tra gli abbozzi degli arti inferiori presso zongjin e l’occhio e il cervello (gli occhi sono embriologicamente parte del cervello e anche la MTC così li considera), seguendo la stessa direzione di Renmai e Dumai.

Essi sono connessi agli occhi (al vedere) e al ritmo che gli occhi (aprendosi al mattino e chiudendosi alla sera) danno alla vita. Ciascuno di noi “è” ed è in un ambiente. E quando si diventa coscienti di sé si è anche curiosi verso l’ambiente in cui ci si trova a dover vivere, per cui i lo Yangqiao estrinseca la curiosità verso l’esterno per desiderio di prendere coscienza (a differenza della curiosità di Dumai che conosce per il desiderio di conquistare, di sapere e possedere) mentre lo Yinqiao - con l'introversione, il sogno, il sonno - ci rammenta che la nostra appartenenza a questo mondo è temporanea e ci offre la possibilità di vivere - attraverso ciò che Confucio chiamava "dimenticanza dell'io" - stati di coscienza diversi da quelli caratterizzati dalla percezione sensoriale.

Gli occhi esplorano l’ambiente e vi si adattano, sincronizzando i tempi interiori con quelli esterni e regolando perciò la vigilanza diurna e il raccoglimento restauratore del riposo notturno. Quest’azione di regolazione dei ritmi interni e della sincronizzazione dell’organismo rispetto ai cicli nictemerali ambientali è una delle azioni fisiologiche più importanti della coppia dei Qiaomai, per cui una loro perturbazione porterà quasi sempre ad una alterazione dei ritmi del sonno (gli occhi non si chiudono dando insonnia se perturbazione Yang, e cioè dello Yangqiaomai, mentre tenderanno a chiudersi troppo o fare fatica ad aprirsi nel caso di turba Yin e cioè dello Yinqiaomai).

Osservando il loro decorso si può ancora notare che avviluppano longitudinalmente il corpo dai piedi alla testa (sul versante mediale e interno lo Yinqiaomai e su quello laterale ed esterno lo Yangqiaomai), ma escludono gli arti superiori: l’esplorazione spaziale e il contatto oggettivo coll’ambiente esterno vengono infatti guidate dallo Yangweimai (e in minor misura dallo Yinweimai), mentre i Qiaomai regolano la coscienza dell’esperienza vista e fatta e stabiliscono la prospettiva e il “baricentro interiore” necessari per orientarsi ed agire (per cui si dice che “sposano” la destra con la sinistra e lo Yin con lo Yang, creando l’armonia e l’equilibrio interno necessari per avere baricentro stabile).

Poiché una diretta conseguenza della consapevolezza della propria identità è quella di riconoscersi sessuati e interdipendenti, i Qiaomai hanno a che fare anche con la sessualità come ricerca e desiderio di coppia e spesso entrano in crisi in situazioni di prolungato conflitto sentimentale col sesso opposto o nelle situazioni di incertezza sulla propria identità sessuale.

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